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Conte alla festa annuale de “Il Fatto Quotidiano”: le diverse opinioni del Presidente del Consiglio

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Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ospite alla festa annuale de “Il Fatto Quotidiano” è stato intervistato da Peter Gomez e Antonio Padellaro.

Ad aprire l’intervista è il Direttore Gomez e la prima domanda riguarda la situazione di Silvio Berlusconi, ricoverato dopo essere risultato positivo al Coronavirus.

Conte risponde “L’ho chiamato io la sera in cui ho saputo che aveva contratto il virus. E’ stata una breve telefonata in quanto ho disturbato durante l’orario di cena e ovviamente gli ho rappresentato i migliori auguri di pronta guarigione“.

Continuando “Io credo nelle mie regole non scritte: quando una persona è ricoverata ci si astiene da valutazioni personali. De Benedetti ha espresso anche un giudizio negativo nei miei confronti. Lui è un imprenditore, come qualsiasi cittadino privato è giusto che esprima anche critiche molto aspre al Presidente del Consiglio in carica. Il Presidente del Consiglio in carica si astiene dall’esprimere un giudizio sulle sue qualità imprenditoriali“.

La discussione poi si snoda sui verbali del comitato tecnico scientifico, ad intervenire questa volta è Padellaro: “Ci sono degli omissis. Cosa riguardano? Resteranno tali? Il 9 marzo lei ha proclamato il lockdown, la curiosità è di capire bene, questa decisione l’ha presa consultandosi con chi? Quale era il suo stato d’animo?“.

Il Premier risponde “Per quanto riguarda i verbali ho sempre detto sin dall’inizio questo Governo gestirà questa fase molto critica del nostro Paese, questa pandemia, avendo ben chiari alcuni valori e alcuni principi. Tra essi vi è quello di trasparenza. Il fatto che i verbali siano rimasti riservati sin qui non significa che siano stati mai secretati. Tant’è vero che adesso li abbiamo resi tutti pubblici. Quindi tutti i cittadini potranno verificare ciò che ritenevano gli esperti e ciò che abbiamo deciso noi“.

Continuando “Sono rimasti riservati perchè quando si prendono decisioni molto importanti che hanno un impatto in termini di ordine pubblico, di allarmi sociali, è bene che si lavori in modo riservato, ma non segreto. Gli omissis, quando ci sono, è per privacy, si tratta di nominativi ma è stato un fatto tecnico che hanno gestito gli uffici, non io“.

Per quanto riguarda il lockdown, il giorno 8 viene pubblicato in gazzetta il D.P.C.M. che io firmo la sera del 7 alle 2 di notte, che dispone il lockdown della Lombardia e delle varie province collegate, quelle del Nord in cui veramente la situazione era drammatica. Purtroppo c’è stata una fuga di notizie nei lavori, ricordo che nonostante il D.P.C.M. mi venga attribuito è controfirmato da vari ministri competenti e acquisisce il parere dei rappresentanti degli enti locali. Quindi i soggetti coinvolti sono tantissimi: ci fu una fuga di notizie che determinarono gli spostamenti. Questo determinò in poche ore una completa alterazione della curva epidemiologica, dopodichè a distanza di 24 ore, consultandoci anche con i Presidenti delle Regioni del Centro e del Sud, si decise il lockdown totale. Il giorno 10 il C.P.S. si riunisce e formalizza nella piena condivisione di questa decisione” ha spiegato poi il Presidente.

Continuando “Quasi tutte le decisioni le ho prese anche con i capi dell’opposizione ed il Presidente della Repubblica. Quando si parla di opposizione si parla di un Centrodestra con tre partiti che hanno ovviamente dei caratteri e dei temperamenti diversi. Con Forza Italia il dialogo è costante, molto istituzionale, molto nel rispetto dei ruoli. Con Giorgia Meloni anche. Con Salvini ho qualche difficoltà perchè quando gli lascio un messaggio non vengo richiamato“.

Interviene poi Gomez: “C’è una cosa che io non ho capito. Il 3 marzo il comitato interviene e propone di fare la famosa zona rossa. Poi lei dice in un’intervista che la sera del 5 lei viene a conoscenza dei fatti e conferma l’opportunità della zona rossa. Intanto si erano già schierati i militari. Poi leggo sui giornali che lei spiegherà ai magistrati che lei quel comitato non l’ha mai letto. Giusto per la storia, come sono andate le cose?

Conte risponde “In realtà io non ho mai rivisto le mie dichiarazioni. All’intervista de ‘Il Fatto’ che lei ha citato io ho dichiarato un fatto storico: il verbale del c.t.s del 3 marzo, non ho detto l’ho letto, l’ho ricevuto. Quel verbale è stato comunicato al Ministro Speranza che ha nominato i componenti e ha lavorato con essi. Dopodichè il giorno 4 Speranza si reca in Lombardia, incontra Fontana e Gallera ed acquisisce ulteriori informazioni. Il giorno 5 al Consiglio dei Ministri parliamo e mi riferisce dei contenuti di questo c.t.s. Lo stesso giorno questo documento viene trasmesso al Segretario Generale di Palazzo Chigi. A me non è stato direttamente trasmesso”.

Spiegando “Ne discutiamo, anche con la Ministra Lamorgese, e nasce l’esigenza perchè comunque eravamo fuori dai focolai iniziali, c’era già una diffusione del contagio in Lombardia e non solo. Ecco perchè nasce l’esigenza di un approfondimento. Il professor Brusaferro fa un parere che completa la notte del 5. Speranza doveva andare a Bruxelles per incontrarsi con gli altri Ministri e così dico che vado io personalmente al C.t.s. e incontro gli esperti e risolviamo la situazione, avendo già disposto lo strumento normativo per cinturare le zone di Alzano e Nembro“.

L’esigenza più importante che maturai io stesso sin dall’inizio era che per gestire questa pandemia occorreva capire e confrontarsi direttamente. Arrivano i dati del 5 del contagio e gli esperti decidono di impoorre la zona rossa a tutta la Lombardia. Loro tornano a riunirsi il 6 ed il 7 arriva il verbale per il lockdown in Lombardia” ha precisato il Presidente del Consiglio.

Se ragioniamo di opinioni, se chiudiamo ‘perchè chiudiamo?’ se teniamo aperto ‘perchè teniamo aperto?’ diciamo che il Governo nel confronto con gli esperti maturò la convinzioni che la zona rossa iniziale fosse per isolare la diffusione del contagio ma intanto poi le cose peggiorarono“.

La discussione prosegue poi parlando della situazione attuale “Ieri è stata data notizia di un record storico del numero dei contagiati. Questo è succeso perchè c’è stato anche un corrispondente record del numero dei tamponi. Non mi risulta che altri paesi siano giunti a questa soglia. In questo momento il numero dei contagi è cresciuto, è l’effetto, dicono gli esperti, dei contagi agostani. Gli italiani ancora una volta sono stati responsabili e disciplinati. Il percorso che abbiamo in mente è di implementare il numero dei controlli. Dobbiamo predisporci poi per interventi mirati“.

Noi abbiamo un sistema di monitoraggio molto sofisticato elaborato sulla base di 21 parametri e abbiamo la possibilità con questo sistema di conoscere non solo l’andamento della curva ma anche la soglia di criticità. Aggionando questo sistema, se proprio andrà male, saremo nella condizione di dover intervenire in modo mirato per misure molto circoscritte sul piano territoriale” ha spiegato il capo del Governo.

In merito al vaccino spiega “Sicuramente stiamo incrementando notevolmente i test che costano e devono essere accessibili a tutti. Abbiamo investito molti miliardi per la ricerca del vaccino. L’Italia è tra i primi paesi al mondo che sta partecipando ai più significativi progetti di ricerca. Quello che in questo momento è forse in fase più avanzata è quello dell’Università di Oxford è una delle ricerchè più accreditate e l’Italia come altri paesi ha sponsorizzato questa ricerca. Abbiamo fatto in modo che anche gli altri cittadini europei ne abbiano disponibilità“.

Stiamo finanziando queste ricerche e le abbiamo già finanziate, per quanto riguarda il Mes non bisogna pensare che chiedendo 36/38 miliardi verranno investiti nella sanità perchè se così fosse i nostri conti e la nostra finanza pubblica andrebbe a rotoli. Se avremo bisogno di ulteriori finanze andrò in parlamento e decideremo” ha spiegato Conte in merito al Mes.

L’intervista prosegue poi con un argomento alquanto ‘scottante’, quello della controversa riapertura delle scuole, in merito alla quale il Presidente del Consiglio sostiene “Il 14 settembre molte scuole riapriranno. Alcune Regioni hanno deciso di ritardare questo inizio. Andrà male cosa significa? Ci sarà qualche caso positivo? Diamolo per scontato. Abbiamo predisposto un meccanismo, linee guida, se necessario arriveremo ad una quarantena per tutta la classe. Se lavoreranno con la didattica a distanza non vuol dire che il Governo abbia lavorato male“.

Continuando “Il problema più grosso con cui ci stiamo confrontando è il distanziamento. Abbiamo investito da gennaio a oggi 7 miliardi nella scuola, una parte degli interventi è destinato all’edilizia scolastica per consentire il distanziamento. Stiamo monitornado scuola per scuola, aula per aula. E’ un grande sforzo collettivo. In più il Governo garantirà, unico in Europa, 11 milioni di mascherine distribuite gratuitamente a tutto il personale della scuola e a tutti i ragazzi“.

Per quanto riguarda il Referendum Conte sostiene “Questa è una Riforma Costituzionale che è stata votata dalla stragrande maggioranza parlamentare. Si tratta solo che ciascun cittadino esprimerà la propria opinione. Il Presidente del Consiglio rimane un libero cittadino che va a votare e l’opinione è che se si passa da 945 a 600 parlamentari, non si compromette la funzionalità del Parlamento. Io credo che coloro che saranno eletti con le nuove regole sentiranno ancora di più la responsabilità del proprio ruolo“.

In merito alla riapertura degli stadi il Presidente è molto diretto: “La pandemia è ancora in corso. So che ci sono persone che pensano che la pandemia non esista alle quali rispondiamo con i numeri. Per quanto riguarda gli stadi se dobbiamo convivere con la pandemia dobbiamo privilegiare le attività più importanti come la scuola. Ecco perchè il Governo, contrariamente a quanto si è detto, non ha mai aperto le discoteche. Le Regioni, nell’ambito dei loro poteri, hanno consentito l’apertura. Per quanto mi riguarda con la presenza allo stadio dove ci si siede vicini e si entra e si esce tutti insieme, l’apertura è impossibile al momento“.

Riguardo alle discoteche il problema non è stato che le regioni non abbiano adottato protocolli di sicurezza ma che concretamente è difficile rispettarli“continua il Presidente.

Continuando poi a parlare della possibile riforma in Parlamento “Auspico che si pervenga presto a una legge elettorale come quella che è stata frutto dell’accordo di maggioranza perchè bisogna introdurre una soglia di sbarraento, bisogna adattare il meccanismo della legge elettorale a quello che potrebbe essere il contesto dopo il referendum. Ogni sistema ha dei pro e dei contro. Il principio però a me piace: i cittadini scelgono direttamente chi inviare in Parlamento“.

Continuando “Io ho un’abitudine da quando mi sono insediato: faccio incontri istituzionali. E’ chiaro che con 209 miliardi può esserci la tentazione, non me ne occupo io perchè il lavoro di 209 miliardi è ai piani e ai progetti, lo sento, ci sono dei contesti di potentati che potrebbero avere molto da suggerire per la spesa dei 209 miliardi. Draghi è una persona di valore, quando c’è stata la formazione europea e si lavorò per formare la squadra, tra le candidature successive, io stesso ho proposto Draghi come Presidente della Commissione Europea ma non l’ho mai detto. Così diradiamo tutti gli equivoci. L’ho incontrato perchè non volevo spendere il suo nome invano. Mi disse che era stanco dell’esperienza fatta, voleva riposarsi, e non si sentiva disponibile per questo incarico“.

In merito alle prossime elezioni regionali, il Presidente del Consiglio parla poi del suo appello: “E’ stato un appello al dialogo tra forze di maggioranza, si auspica quindi una continuità di questo dialogo anche a livello territoriale. Bisogna avere il coraggio di poter cambiare opinione dopo un franco confronto. Le forze di maggioranza è chiaro che siano in difficoltà in questa competizione elettorale. Ma è ovvio. Abbiamo un Centrodestra che si presenta unito e che riesce a farsi trovare puntuale agli appuntamenti elettorali mentre abbiamo forze che sostengono il Governo che viaggiano in ordine sparso. E’ una lotta impari. Io ritengo che non avrà un’incidenza sul Governo“.

Riguardo poi alla collaborazione con la Lega il Presidente del Consiglio chiarisce “Il Governo con la Lega, non essendoci alternative (il PD non si era reso disponibile), è stata l’unica soluzione in quel contesto per consentire di interpretare la voglia di cambiamento che i cittadini italiani avevano espresso. Oggi, questo Conte 2, si è sviluppato nell’ambito di un contesto ben differente, sensibilità differenti. Io ho contribuito personalmente a definire quel programma, lo sento molto più mio. Non è più un contratto che cerca di mettere insieme istanze, anche differenti, di due forze politiche“.

 

 

 

 

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Napoli, cagnolina scuoiata viva da due uomini e abbandonata in uno scasso: è stata adottata

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La storia che vi stiamo per raccontare è quella di una cagnolina ritrovata alcuni giorni fa in uno scasso a Poggioreale, mentre versava in gravi condizioni a seguito di un’aggressione subita.

Infatti due uomini l’hanno scuoiata viva e abbandonata al suo destino. Per fortuna Stella Gervasio, presidente dell’associazione ‘Animal Day’ l’ha adottata, dopo che la cagnolina è stata sottoposta ad una serie di interventi chirurgici.

A tal proposito ecco il commento del deputato Francesco Emilio Borrelli:

“Ora bisogna trovare i criminali che l’hanno seviziata. Secondo le testimonianze si tratta di due adulti che parlano un dialetto campano e hanno inferto queste atrocità sulla cagnetta con estrema perizia e accuratezza. Vanno trovati ed assicurati alla giustizia”.

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Stati Generali della Natalità, Papa Francesco: “Senza bambini e giovani un Paese perde il suo desiderio di futuro”

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In occasione degli Stati Generali della Natalità, Papa Francesco è tornato su questo delicato tema che sta tenendo banco nelle ultime settimane. Ecco le sue dichiarazioni:

“Il calo della natalità deve essere affrontato con lungimiranza. A livello istituzionale urgono politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine. C’è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, perché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni. Per questo bisogna porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli; oppure liberare tante giovani coppie dalla zavorra della precarietà occupazionale e dell’impossibilità di acquistare una casa”.

Poi, prosegue: “Il numero delle nascite è il primo indicatore della speranza di un popolo. Senza bambini e giovani un Paese perde il suo desiderio di futuro. In Italia, ad esempio, l’età media è attualmente di quarantasette anni, e si continuano a segnare nuovi record negativi. Purtroppo, se dovessimo basarci su questo dato, saremmo costretti a dire che l’Italia sta progressivamente perdendo la sua speranza nel domani, come il resto d’Europa: il Vecchio Continente si trasforma sempre più in un continente vecchio, stanco e rassegnato, così impegnato ad esorcizzare le solitudini e le angosce da non saper più gustare, nella civiltà del dono, la vera bellezza della vita. Il problema del nostro mondo non sono i bambini che nascono: sono l’egoismo, il consumismo e l’individualismo, che rendono le persone sazie, sole e infelici”.

Poi, il Pontefice ha ricordato che “in passato non sono mancati studi e teorie che mettevano in guardia sul numero degli abitanti della Terra, perché la nascita di troppi bambini avrebbe creato squilibri economici, mancanza di risorse e inquinamento. Mi ha sempre colpito constatare come queste tesi, ormai datate e superate da tempo, parlassero di esseri umani come se si trattasse di problemi. Ma la vita umana non è un problema, è un dono. E alla base dell’inquinamento e della fame nel mondo non ci sono i bambini che nascono, ma le scelte di chi pensa solo a sé stesso, il delirio di un materialismo sfrenato, cieco e dilagante, di un consumismo che, come un virus malefico, intacca alla radice l’esistenza delle persone e della società. Quindi il problema non è in quanti siamo al mondo, ma che mondo stiamo costruendo; non sono i figli, ma l’egoismo, che crea ingiustizie e strutture di peccato. E allora le case si riempiono di oggetti e si svuotano di figli, diventando luoghi molto tristi”.

Infine, ha concluso dicendo: “C’è un dato che mi ha detto uno studioso della demografia: in questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e gli anticoncezionali: uno distrugge la vita, l’altro impedisce la vita. E questi sono gli investimenti che danno più reddito, è brutto. Nelle case non mancano i cagnolini e i gatti, questi non mancano, mancano i figli. Il futuro non si costruisce solo facendo figli, manca un’altra parte importante, i nonni. Oggi c’è una cultura di nascondere i nonni, mandarli nella casa di riposo. E’ cambiato un po’ per la pensione…ma la tendenza è quella: scartare i nonni. Per favore non dimenticare i nonni, i nonni soli, i nonni scartati, questo è un suicidio culturale, abbiamo cura dei figli ma anche cura dei nonni, è molto importante”.

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Stati Generali della Natalità, la ministra Roccella contestata da alcuni studenti. Meloni: “Sono molto dispiaciuta, solidarietà al ministro”

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La ministra per la Famiglia Eugenia Roccella è stata duramente contestata agli Stati Generali della Natalità, poiché una volta presa parola la platea ha iniziato ad esporre cartelli che formavano la scritta “Decido io”, con chiaro riferimento alle recenti dichiarazioni della ministra sull’aborto.

In particolare a contestare la Roccella è stato un gruppo di studenti, con la ministra che ha così risposto ai fischi e alle proteste provenienti dalla platea:

“Ragazzi ma noi siamo d’accordo, ma nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno”.

Tuttavia la contestazione è proseguita e sulla questione è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni, che ha così commentato mentre lasciava il Senato:

“Mi è dispiaciuto, solidarietà al ministro. Lo spettacolo andato in scena questa mattina è ignobile. Ancora una volta è stato impedito ad un Ministro di intervenire e di esprimere le proprie idee. Responsabile è un gruppo di contestatori che si riempiono la bocca delle parole libertà, rispetto e autodeterminazione delle donne, ma poi amano la censura e impediscono ad una donna di parlare perché non ne condividono le idee. Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano il coraggio di esprimere solidarietà e di condannare, senza se e senza ma. È ora di dire basta”.

Poi è stata la stessa Roccella a tornare sull’argomento con un post su Facebook:

“Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali – Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc. -, la ‘grande stampa’ e la ‘stampa militante’ che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l’atto di censura che mi ha impedito di parlare agli Stati generali organizzati dalla Fondazione per la Natalità per svolgere il mio intervento e anche per rispondere ai contestatori-censori e interloquire con loro”.

Poi, prosegue: “Ho scelto questa mattina di lasciare gli Stati generali della Natalità per consentire alle persone che erano sul palco con me, una mamma incinta di otto mesi che portava la sua testimonianza e il presidente del Forum delle famiglie Adriano Bordignon, di poter parlare senza subire la mia stessa sorte di censura. E invece neanche questo è stato sufficiente: io ho lasciato il palco ma anche alla mamma (sommersa dai fischi) e a Bordignon è stato impedito di parlare tranquillamente. Tanto è vero che l’evento è stato sospeso. Questa è la dimostrazione che non si è trattato soltanto di una censura verso di me o verso il governo, ma di una profonda ostilità verso la maternità e la paternità, verso chi decide di mettere al mondo un figlio, esercitando la propria libertà e senza nulla togliere alla libertà altrui, ma contribuendo a dare un futuro alla nostra società. Insomma quello che si contesta, alla fine, è la maternità come libera scelta”.

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